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Sito dell'associazione per una Trieste più bella |
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La prossima riunione di Triestebella, aperta a anche ai non iscritti, si terrà lunedì 38 gennaio alle 18.30 presso il Centro servizi volontariato ex Seminario in via Besenghi
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La mozione aapprovata al convegno Josef Ressel, un genio che visse a Trieste I partecipanti al convegno su Josef Ressel tenutosi il 6 dicembre 2018 a S. Dorligo della Valle - Dolina, considerato che: Josef Ressel, geniale forestale e multiforme inventore, sperimentò nell’agosto del 1829 l’elica navale nel porto di Trieste; tale invenzione produsse una radicale rivoluzione dei trasporti marittimi; egli fu bistrattato proprio nella città in cui visse e operò, la cui Amministrazione comunale alla sua morte non volle una statua bronzea realizzata da un comitato di triestini, che fu invece accolta dalla città di Vienna ove si trova davanti al Politecnico; anche il suo nome fu storpiato dedicando a Trieste una strada periferica a fondo cieco a un tal Giuseppe Ressel e a S. Dorligo a un tal Josip Ressel; il prossimo anno cadrà il 190° della sperimentazione dell’elica navale: AUSPICANO CHE a Trieste gli venga eretta una statua e propongono che essa sia collocata sulle Rive davanti al Golfo in cui egli fece con successo il suo esperimento; vengano modificati in via Josef Ressel i nomi delle strade a lui dedicate; gli venga dedicato il nuovo Museo del mare che l’Amministrazione comunale di Trieste intende realizzare in Porto Vecchio e che tale museo contenga una sala di congrue dimensioni in cui siano illustrate oltre all’invenzione dell’elica anche le altre invenzioni e la sua geniale attività di ispettore forestale a servizio della Marina austriaca; l’Amministrazione regionale per il tramite dell’Ispettorato delle foreste valuti la possibilità di realizzare in Carso un bosco resseliano secondo la tecnica che Egli descrisse nel suo Piano di rimboschimento dei terreni comunali dell’Istria; nella ricorrenza del 190°, l’esperimento dell’elica e la figura di Josef Ressel siano adeguatamente celebrate facendo conoscere al mondo che Trieste è la città dell’elica navale. Sottoscritta dai Relatori del convegno Approvato all’unanimità per alzata di mano. 6 dicembre 2018 La mozione è stata presentata dall’Associazione Triestebella
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LE CONSIDERAZIONI DI TRIESTEBELLA SUL COSIDDETTO PARCO DEL MARE
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Triestebella ha redatto la CARTA DEGLI ALBERI ORNAMENTALI varata a Udine il 28 gennaio 2017 1.
IMPORTANZA
DELLA VEGETAZIONE ARBOREA IN CITTÀ Le specie vegetali e in particolare le specie arboree hanno un ruolo importante nelle aree urbane perché migliorano il microclima, riducono l’ inquinamento assorbendo le polveri e l’anidride carbonica, migliorano il paesaggio con un effetto rasserenante. Le
specie arboree per svolgere in pieno il loro ruolo abbisognano di alcuni
accorgimenti: 1.
nella scelta delle specie più
adatte; 2.
nella
piantagione curando sufficienti distanze; 3.
nei metodi di potatura quando
serve; 4.
nella conduzione di lavori che le
possano danneggiarle; 5. nella sostituzione delle piante malate. Nella scelta delle specie da mettere a dimora si devono evitare infestanti quali Ailanthus altissima e Robinia pseudoacacia e quelle che, soprattutto se piantate lungo le strade veicolari, possono soffrire. Le
specie arboree vanno piantate a sufficienti distanze
fra di loro, da muri e linee aeree in modo da poter sviluppare le loro chiome
senza impedimenti; le chiome di due alberi non si devono toccare neanche in
piena maturità. Le
piante vanno messe a dimora a sufficienti distanze
dalle condutture interrate per evitare danni conseguenti a successivi lavori di
riparazione delle condutture e dovuti ad eventuali perdite di gas. Le
piante arboree ornamentali sane non hanno bisogno
di potature. Sono
ammesse potature di
formazione delle piante
da collocare a dimora, di rimonda dei rami
secchi, marcescenti o ingombranti e di selezione ed eventuale accorciamento. Non sono ammesse forme di capitozzatura, scalvatura e sgamollo. Si deve valutare la possibilità di convertire alberi trattati in forma obbligata applicando la selezione dei polloni e l’eventuale accorciamento, ove necessario, dei rimanenti. Gli scavi per lavori devono essere condotti a una sufficiente distanza dalle piante evitando di danneggiare le radici che, se devono essere accorciate, vanno tagliate in modo netto con attrezzi affilati e solo quando sia indispensabile; durante lavori in vicinanza delle piante queste devono essere dotate di ripari provvisori. Le
piante malate che non diano sicurezza di stabilità
o che non assolvano più pienamente alla
loro funzione ornamentale devono essere abbattute
e, quando vi sia sufficiente spazio attorno, sostituite con altre. 8. LOTTA ALLE PIANTE INFESTANTI I
Comuni sottoscrittori si impegnano a condurre nelle
aree di loro proprietà la lotta alle piante infestanti
elencate nell’allegato all’ art. 78 bis della
legge regionale
forestale n. 9/2007 e a quelle altre
che pur non elencate siano da considerare infestanti e a fare opera di
sensibilizzazione presso gli altri soggetti pubblici e privati affinché operino
in tal senso. 9. GLI ALBERI MONUMENTALI Gli alberi monumentali sono parti significative dei paesaggi urbani ed elementi della nostra memoria. Vanno quindi tutelati e curati. I
Comuni sottoscrittori si impegnano a dotarsi di un regolamento del verde urbano
pubblico e privato o, qualora già esista, a rivederlo in base ai criteri
contenuti in questa Carta. 11. DIVULGAZIONE I
Comuni sottoscrittori si impegnano a fare opera di divulgazione e di
sensibilizzazione nei confronti degli
altri soggetti pubblici e privati affinché applichino
alle loro aree verdi i principi di questa Carta e le norme regolamentari.
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ARBORETO DIDATTICO Assieme all'associazione Trafioriepiante abbiamo collocato a nostre spese 34 cartellini con i nomi delle piante nel giardino di piazza Hortis trasformandolo in un arboreto didattico. Nella foto i cartellinatori con l'Assessore Lodi e il dott. Panepinto del Comune.
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siamo su facebook, veniteci a trovare, chiedete l'amicizia
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IL 29 SETTEMBRE 2016 ABBIAMO CHIESTO UN INCONTRO CON IL SINDACO PER ESPORGLI QUESTE PROPOSTE. ATTENDIAMO CON FIDUCIA (POCA)
22 PROPOSTE PER UNA TRIESTE PIÙ BELLA A URBANISTICA 1.
Un nuovo piano
particolareggiato del centro storico meno burocratico e più architettonico
ed esteso anche alle Rive prevedendo
il recupero dell’esistente senza ulteriori edificazioni. Il piano
dovrebbe risolvere alcuni problemi di ricuciture,
quali: ·
sistemazione dell’area di via
Crosada come parco archeologico (v. anche punto 22) e dell’adiacente
parcheggio comunale senza la costruzione di altri edifici salvo
l’eventuale copertura del parcheggio comunale mediante una facciata digradante
trattata a verde (prima
e seconda foto); ·
ricucitura dell’area a lato di
via Pozzo del mare, all’altezza dell’androna S.
Sebastiano anche mediante un edificio moderno e non mimetico ma coerente
con il contesto (terza
foto); ·
copertura del muro cieco dietro
palazzo Marenzi, anche mediante la costruzione
di un edificio stretto che potrebbe essere servito da un vano scale collocato
nell’attuale cortile (quarta foto); ·
ricucitura in via di Tor Bandena
fra il palazzo piacentiniano e il tessuto edilizio antico (quinta
foto); ·
allargamento del marciapiede
davanti al teatro romano munendolo anche di un cartello esplicativo (sesta
foto). 2.
Snellimento
del il traffico con un nuovo piano
che preveda la sostituzione ove possibile degli incroci semaforizzati con rotatorie
e l’eliminazione dei semafori a servizio dei soli attraversamenti
pedonali (nelle foto la piccola ma funzionale
rotatoria di S. Giacomo e il moderno attraversamento pedonale senza semaforo di
via Fabio Severo). Piste ciclabili
urbane e incremento delle aree
pedonali. Aumento degli stalli per le
biciclette e posti per veicoli a due
ruote. Un’ottima rotatoria a S.
Giacomo e un moderno attraversamento pedonale senza semafori in via Fabio
Severo. 3.
Il porto
vecchio deve ritornare alla città come luogo della cultura, della scienza,
dei musei, della nautica da diporto. La scelta di spostare il punto
franco è stata doverosa. 4.
Dovuta dignità urbanistica ai quartieri
periferici anche dotandoli ove
possibile di aree verdi di quartiere e vicinato. B LAVORI PUBBLICI 5.
Curare meglio il verde urbano
abbandonando la pratica deleteria delle capitozzature
e conducendo la lotta alle piante infestanti, in partiocolare l’ailanto.
Curare la messa a dimora delle
piante ornamentali a sufficienti distanze
l’una dall’altra. 6.
Incremento per quanto possibile
delle aree
a verde di vicinato per consentirne la fruizione anche a persone con bassa
mobilità: anziani, disabili e genitori con bambini. Si possono incaricare
dei pensionati e altri volontari di sorvegliare le aree gioco e di curarne la
piccola manutenzione. 7.
Sistemazione di piazza
Libertà secondo il progetto Zagari vincitore del concorso delle Rive
del 2002 e non secondo l’ultimo brutto progetto, rifiutato dai cittadini con molte migliaia di firme. Il ruolo della sala Tripcovich va ripensato ingrandendo
il giardino e demolendo le superfetazioni. 8.
Ristrutturazione di piazzale
De Gasperi realizzandovi un grande parco - giardino. 9.
Siamo favorevoli all’allungamento
del Canal grande. Qualora
l’Amministrazione ritenesse di non procedere alla realizzazione
ritenendo di risolvere prima problemi più
urgenti, andrebbe allora migliorato l’aspetto del luogo che appare degradato. 10.
Ristrutturazione
del piazzale di S. Giusto e restauro del
selciato di via della Cattedrale. 11.
Va valutata la possibilità di
costruire tunnel tecnologici sotto le
strade che si ristruttureranno (ad
esempio sotto la galleria di Montebello) al fine di evitare in seguito frequenti
scavi, reinterri e riasfaltature. C. INQUINAMENTO, PULIZIA, RISPARMIO ENERGETICO
E DECORO DELLA CITTÀ 12. Proponiamo di
sensibilizzare i cittadini con manifesti e opuscoli con lo slogan: TRIESTE
È CASA TUA, TIENLA PULITA. (le
due vignette sono state commissionate da Triestebella a scopo esemplificativo a
due grafici). 12.
Va valutata la possibilità di
aumentare le isole ecologiche per il
conferimento di rifiuti speciali e ingombranti e di creare un mercato del riuso. Si chiede di evitare sistemi rumorosi per
la pulizia delle strade sostituendo i
rumorosissimi soffiatori a scoppio con soffiatori elettrici. 13.
Sostituzione in centro dei cassonetti
di superficie con cassonetti interrati per un maggior decoro estetico. 14.
Si chiede di istituire un assessorato
all’energia per favorire il risparmio energetico. 15.
Va compiuta ogni possibile pressante azione per sollecitare e monitorare
il recupero del parco di Miramare e
degli edifici in rovina fra cui
l’ex fabbrica Sadoch, l’ex mensa della Fabbrica Macchine, la villa Cosulich
in strada del Friuli (foto),
le casette di via Agro (foto). 16
Eliminazione del degrado di villa Revoltella. 7.
I murali, anche sulle facciate
delle case contribuiscono a migliorare l’estetica della città:
bisognerebbe trovare il modo di favorirli, purché siano di qualità come avviene ad esempio a Lione e Nizza. Si può organizzare un concorso
annuale fra i pittori di murali D CULTURA 18. L’ex
pescheria dovrebbe diventare un tergesteo a mare, una piazza coperta
con libero accesso, mantenendo così la sua splendida unità di spazio interno,
pur potendo rimanere sede di mostre, anche con ingresso a pagamento chiudendola
parzialmente in tali occasioni con pareti mobili. 19
Si deve rimediare alla scelta discutibile di collocare i musei di storia naturale ed Enriquez
in via Cumano migliorando la scorrevolezza e l’estetica della via, aumentando
i parcheggi e allestendo un’adeguata segnaletica. 20.
Il museo del mare va ampliato
o portato in una più ampia sede in porto vecchio e dotato di un allestimento più
didascalico curato da uno storico della marineria e da un grafico. 21.
Si propone di incrementare le statue
pedone dedicate a Joyce, Saba, Svevo e ai bersaglieri, con altre di
triestini illustri, che sarebbero anche un’attrattiva turistica per Trieste. 22
Si chiede che siano completati gli scavi nell’area
di via Crosada per portare alla luce altri reperti di epoca romana in quello
che probabilmente era il retroporto romano di Trieste, realizzando un percorso
archeologico e che vengano completati gli scavi e il restauro dei ruderi a
lato dell’entrata del park S. Giusto.
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Una brutta superfetazione 23.5.2016
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Il Piccolo ha pubblicato il comunicato stampa di Triestebella 14.1.16 La posizione di Triestebella sugli abbattimenti di alberi in città Durante la conferenza tenuta dall'assessore Dapretto il 13 novembre 2015 abbiamo letto questo documento L’associazione Triestebella concorda pienamente sulla necessità di sostituire gli alberi ornamentali quando risultino gravemente malati. Sarebbe opportuno però sostituirli immediatamente, qualora ve ne sia la disponibilità finanziaria, poiché lasciare dei pezzi di tronchi come fossero dei paracarri non giova al decoro della città. Andrebbero
sostituiti anche gli alberi non in immediato pericolo di schianto ma molto
danneggiati, quali ad esempio quelli sbilanciati con le branche solo da una
parte e con grandi cavità dovute a marciumi, poiché non assolvono alla loro
funzione ornamentale. La piantagione di nuovi alberi comporta anche il non doverli potare, con risparmio di denaro; infatti, come è scritto nel nuovo regolamento del verde urbano redatto dall’Amministrazione comunale con la collaborazione della nostra e di altre associazioni, un albero che cresce sano non ha bisogno di essere potato. Si dovrà invece abbandonare la pratica della scalvatura e capitozzatura delle piante dei viali, che dà loro un aspetto scheletrico nella veste invernale e ritarda e riduce la formazione dell’apparato fogliare con danno anche fisiologico. Occorre inoltre che le alberature stradali siano piantate con sufficienti distanze fra gli alberi per evitare che le chiome si incrocino e che non abbiano sufficiente spazio per crescere secondo natura. Va valutata anche l’eventualità di diradare le alberature ove fossero eccessivamente dense, ad esempio nella parte alta di via Rossetti a lato dell’ex fiera. Occorre che l’Amministrazione comunale conduca nelle aree di sua proprietà la lotta alle piante infestanti, non solo all’ailanto, ma anche alla robinia, pianta che ha invaso le aiuole del piazzale De Gasperi, da vari anni in abbandono. Infine si chiede che l’Amministrazione comunale faccia opera di divulgazione e sensibilizzazione sulla cura del verde privato. In tal senso Triestebella assieme alle associazioni Italia Nostra, Legambiente e Trafioriepiante ha prodotto e distribuito nelle scuole il manifesto “I nostri amici alberi”.
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Proposte per la Val Rosandra A seguito del convegno tenutosi a S. Dorligo per i 30 anni della riserva naturale della val Rosandra, Triestebella ha inviato al Comune una serie di proposte : I cinque parchi della val Rosandra
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Assieme alle associazioni Legambiente, Italia Nostra e Tra fiori e piante abbiamo pubblicato un manifasto con alcune semplici regola de seguire nella piantagione e nella potatura (solo quando serve) degli alberi dei giardini. Il manifesto é anche in forma di pieghevole.
EX
PESCHERIA lettera mandata al Piccolo il 24.6.14 Si
legge ogni tanto dell’intenzione di portare l’Immaginario scientifico
nell’ex pescheria. Noi
riteniamo che una caratteristica essenziale di questo bell’edificio sia
l’unità di spazio interno, apprezzabile se lo si usa per mostre
temporanee, ma che potrebbe essere compromessa trasformandolo in un museo.
Essendo difficile pensare alla soluzione, che sarebbe la migliore, di
costituire in Porto Vecchio un plesso museale attorno alla centrale
idrodinamica in cui inserire l’Imaginario scientifico oltre ad altri musei
scientifici quali un museo di storia naturale, il museo del mare, il museo
del porto, il museo Enriquez e un nuovo acquario, si può ipotizzare la
collocazione dell’Immaginario scientifico sulle Rive davanti alla
Sacchetta, eventualmente nell’edificio ora abbandonato a destra della
stazione Transalpina. Si potrebbe avere così un complesso formato anche dal
museo del mare che andrebbe ampliato, dal museo ferroviario e un domani, se
ve ne fosse la possibilità, da un nuovo acquario. Nell’ex
pescheria vedremmo invece la realizzazione di un Tergesteo sul mare, che
avesse la stessa funzione di passeggio coperto che aveva una volta il
Tergesteo, con la possibilità di organizzarvi mostre sia con accesso
gratuito, sia, recintando di volta in volta delle parti, con accesso a
pagamento. Per favorire la frequentazione di questo nuovo Tergesteo si
potrebbe inserirvi un bar ed eventualmente ristorante e un’edicola –
libreria, cosa più facile se si potesse spostare l’acquario davanti alla
Sacchetta al posto del mercato all’ingrosso. Associazione Triestebella www.triestebella.it
La lotta alle piante
infestanti lettera
mandata al Piccolo il 18.3.2014 pubblicata il 20.3.2014 Sul
Piccolo è apparso un bell’articolo sulle piante infestanti dannose per la
salute umana e per l’ambiente. L’associazione Triestebella riuscì,
grazie all’impegno del consigliere regionale Alessandro Corazza, a far
approvare nel 2010 delle norme per la lotta proprio all’ailanto, al
senecio e all’ambrosia: gli articoli 78 bis, ter e quater della legge
forestale regionale. L’anno prima riuscimmo a far mettere nel bilancio
regionale una modesta posta di 20.000 euro per i primi interventi. Purtroppo
sembra che tali norme siano restate praticamente lettera morta. La Regione
finora risulta aver commissionato all’Università uno studio (ma come fare
la lotta a tali piante lo si sa già), alcuni anni fa la Forestale fece un
esperimento di eliminazione dell’ailanto in un pascolo a Basovizza. Nel
2009 la nostra associazione, assieme a Italia Nostra, Legambiente,
l’associazione Tra fiori e piante, comitato Piazza libertà, il prof.
Poldini e il dott Vremec, mandò alla Provincia e ai Comuni della provincia
un appello sul verde urbano in quattro punti uno dei quali è la lotta alle
specie infestanti. L’unica ad avere risposto all’appello è l’attuale
Amministrazione comunale di Trieste, che ha realizzato però gli altri tre
punti: l’istituzione di orti urbani, la redazione di un nuovo regolamento
del verde urbano che deve essere ancora approvato, la promessa di non usare
più le barbare capitozzature sugli alberi stradali. Non risulta invece che
si sia impegnata a fare la lotta alle specie infestanti sui terreni di sua
proprietà. Ma
il colmo dei colmi è che nel giardino dell’Ispettorato delle foreste di
Trieste, ufficio che ha il primario compito di applicare la legge forestale,
è nata da alcuni anni una folta vegetazione di ailanto. Per
Triestebella il presidente Roberto Barocchi Sull'abbattimento di alberi lettera mandata al Piccolo il 27.1.2014 pubblicata l'1.2.2014 Leggiamo di cittadini preoccupati dell’abbattimento degli alberi. Nel dicembre 2012 andammo con il dott. Tomè a vedere gli alberi malati in Viale ed eravamo d’accordo che quando sono molto malati é saggio abbatterli e sostituirli subito con altri sani, per non correre il pericolo di danni a persone o cose. Esprimemmo invece l’avviso che l’ipotesi di capitozzare gli alberi malati per abbassarne il baricentro non fosse una soluzione, poiché avrebbe prodotto gravi deturpamenti e ulteriori indebolimenti (funzione degli alberi è innanzi tutto estetica). Meglio un nuovo alberello sano che un grosso albero malato e mutilato. Piuttosto auspicammo che questa nuova Amministrazione comunale, a differenza di quanto avvenuto in passato, adottasse ogni possibile provvedimento per evitare danni alle alberature stradali, proteggendole adeguatamente in caso di scavi e non ponendo condutture sotterranee vicino alle radici. Lavori malfatti possono debilitare gravemente le piante anche dopo anni. Tali criteri sono contenuti nel nuovo regolamento del verde urbano pubblico e privato che l’Amministrazione comunale, su sollecitazione e con collaborazione nostra e delle associazioni Italia Nostra e Legambiente ha redatto, ma non ancora approvato. Suggerimmo anche che quando si dovessero abbattere degli alberi si usasse il metodo “aperto per lavori”. Nei grandi cantieri si tratta di consentire ai passanti di vedere il procedere dei lavori mediante finestre nelle recinzioni e cartelli; quando si abbatte un albero basterebbe porre un cartello in cui viene spiegato perché, aggiungendo che saranno subito sostituiti da altri in egual numero. Sarebbe bello poi che i cittadini più sensibili si occupassero costantemente della sorte degli alberi, partecipando alla vita delle associazioni ambientaliste, protestando quando li vedessero maltrattare con potature fatte male e fuori stagione. Va detto che la nuova Amministrazione ha promesso di abbandonare la vecchia strada per una più consapevole dei danni biologici ed estetici delle male pratiche. Per ultimo, ma anche molto importante, richiamiamo l’attenzione sulle piante infestanti: l’ailanto, il Senecio inaequidens, l’Ambrosia artemisiifolia, che invadono il nostro territorio con danno per il paesaggio (l’ailanto) e per la salute umana, (le altre due specie). Chiediamo ai nostri concittadini di sollecitare le amministrazioni pubbliche a combattere la proliferazione di tali specie, come indicato dagli articoli 78 bis, ter e quater della legge forestale regionale, magari con la pubblicazione di tanto in tanto sul nostro Piccolo delle loro foto per poterle riconoscere. Roberto Barocchi, presidente di Triestebella Mariangela Barbiero, presidente dell’Associazione orticola FVG “Tra Fiori e Piante”.
Perché
Porto Vecchio non può più funzionare come scalo pubblicato
sul Piccolo del 5 aprile 2013 Nel 1995 partecipai alla prima riunione della Commissione per la revisione del piano regolatore del Porto, in qualità di direttore del Servizio della pianificazione territoriale regionale. In quella riunione dissi che il Porto Vecchio, non più adatto a sostenere le moderne attività commericali, doveva divenire una parte della città con nuove funzioni. Calò un gelo. Non fui più chiamato. Ma le cose cambiarono e nel 2002, divenuto presidente di Legambiente Trieste, organizzammo assieme a Italia Nostra e WWF un affollato convegno sul futuro del Porto Vecchio. Il nuovo presidente del Porto, avv. Maresca, ci aiutò fornendoci gratuitamente una sala della Stazione Marittima. In quell’occasione presentammo delle proposte che volli chiamare “Le 14 tesi sul Porto Vecchio e il futuro di Trieste”, per significare che le propugnavamo con forza, memore delle 95 tesi che Martin Lutero aveva nel ‘500 affisso coraggiosamente sulla porta di una chiesa. Con queste tesi noi proponevamo che il Porto Vecchio venisse recuperato per divenire un nuovo centro direzionale, chiamato Porto della cultura e della scienza. Ascoltata la lettura delle tesi, il sindaco Dipiazza disse “Le firmo!”, venne al tavolo e le firmò. Da allora, però, nonostante tanti piani e progetti, siamo al punto di partenza. Ma perchè il Porto Vecchio deve essere riconvertito? Oggi non siamo più ai tempi in cui i camalli portavano i sacchi e le balle con le carriole e le stivavano nei piani dei magazzini e le sessolotte rinsaccavano le granaglie. Un porto moderno é fatto di grandi piazzali dove si accatastano i container. Il Porto Vecchio poi é collegato con la ferrovia, ma non con l’autostrada e oggi, volenti o nolenti, gran parte delle merci viaggia su gomma. È poi assurdo che la città abbia due porti che la stringono come una morsa lasciandole verso il mare la stretta finestra delle Rive. Una volta i due porti erano collegati dal treno delle Rive che procedeva a passo d’uomo, oggi non può più essere così: occorre un unico plesso portuale ben integrato e ben collegato con la viabilità. Mantenere l’uso commerciale del Porto Vecchio sarebbe come pretendere che le merci viaggino ancora sui carri a cavalli. Invece questo luogo di grande valore storico può assumere funzioni culturali, didattiche, scientifiche, museali, ricreative, di nautica da diporto, come é avvenuto in altre città, quali Londra e Amburgo. Quanti anni o generazioni dovranno ancora passare prima che ciò accada anche a Trieste?
Roberto Barocchi (presidente dell’associazione Triestebella) |
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Abbiamo scritto all'assessore all'urbanistica di Trieste Elena Marchigiani: Gentile
Assessore, Su
La Repubblica del 27 dicembre è apparso un articolo sulle rotatorie. Si
dice che nel Comune di Cesena, dopo aver realizzato le rotatorie, gli
incidenti sono passati da 1.800 all’anno a 300 e che in genere si stima
una riduzione del 50% di incidenti, dell’80% di morti e del 90% di feriti.
Una forte riduzione di incidenti e vittime sostituendo gli incroci
semaforizzati con rotatorie era nota in letteratura, ma questi dati fanno
impressione. Proviamo a immaginare il risparmio di danni fisici alle persone
e di morti e anche i milioni di euro risparmiati in cure e in riparazioni
con la diminuzione di 1.500 incidenti all’anno in un comune non grande.
Quanto risparmieremmo a Trieste? E
quanto risparmierebbero gli automobilisti in termini di tempo (che, si sa,
é denaro) e consumo di carburante e in riduzione dell’inquinamento
prodotto durante l’attesa a ogni incrocio per ogni rotatoria che venisse
realizzata al posto di un incrocio semaforizzato? All’inizio
dell’anno ci trovammo con Lei e con il mobility manager ing Bernetti per
parlare del piano urbano del traffico. Feci presente l’utilità delle
rotatorie e la stranezza che il PUT non le prevedesse. Il mobility manager
mi disse che in effetti la cartografia del piano contiene alcuni simboli R,
ma che significano ristrutturazione e non rotatorie. Mi fu risposto che il
Put non é adatto a prevedere tali tipi di incroci, cosa che da urbanista
contesto. Se fosse così, perché allora il Put prevede pedonalizzazioni e
piste ciclabili e ne riporta addirittura i rendering? A
Trieste alcune poche rotatorie sono state fatte, in modo casuale e non
sempre negli incroci in cui ce ne sarebbe più bisogno. Funzionano tutte
benissimo. Ne
vedremo altre a Trieste, o no se pol? Ci ha risposto: Gentile
architetto, Vabbé, speriamo che anche se non previste dal piano del traffico, un po' alla volta si facciano, magari cominciando da quella di piazza Foraggi che sarebbe fra le più utili. |
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IDEE PER UNA TRIESTE PIÙ BELLA
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In un convegno tenutosi il 27 novembre 2009 organizzato assieme all’associazione floristica regionale Trafioriepiante, è stato varato questo manifesto.
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www.konradnews.it sito della rivista Konrad di Trieste che tratta
tematiche ambientali |
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LE COSE BRUTTE UNA BRUTTA SUPERFETAZIONE La giornalista Boria ci ha segnalato il coacervo di pedane tavolini e fioriere posti a lato dell’arco di Riccardo. Queste superfetazioni producono un forte rumore visivo che impedisce di fatto di leggere le caratteristiche di questo spazio urbano (prima foto). In piazzetta Barbacan, più in basso, alcuni tavolini e sedie producono un rumore visivo molto più modesto che non dà sostanzialmente fastidio (seconda foto). Ci chiediamo come sia stata permessa una tale ingombrante invasione, quando si sarebbe potuto concedere la posa di alcuni tavolini come nella piazzetta. Cosa dicono il Comune e la Soprintendenza? La Commissione paesaggistica del Comune ha visto il progetto? Se c’è qualcuno batta un colpo.
MAGGIO 2016: MIRACOLO! IL PLATANO è STATO FINALMENTE ABBATTUTO SANTIN LUPO DI MARE pubblicata sul Piccolo del 31.8.2013 L’associazione
Triestebella concorda sul fatto che l’idea di trasformare Mons. Santin in un
lupo di mare con tanto di piedestallo a forma di prua sia ridicola. Si deve
invece continuare la simpatica tradizione di erigere
statue a grandezza naturale nelle aree pedonali frequentate, come é stato fatto
per Italo Svevo, James Joice e Umberto Saba. Una statua passeggiante del grande
presule, magari davanti al sagrato di una chiesa, ad esempio S. Giusto, sarebbe
molto più visibile e apprezzata, né ne diminuirebbe il prestigio: Papa
Francesco insegna che la missione cristiana è di stare fra la gente e non su un
piedestallo. Con 110.000 euro avanzerebbero fondi per erigere anche altre statue
di cittadini illustri, anche con vantaggio per il turismo: lo dimostra il numero
di turisti che si fanno fotografare davanti alle statue pedone esistenti. E ne
guadagnerebbe la cultura: un centro cittadino arricchito da queste statue
diventerebbe un museo all’aperto di chi ha dato lustro alla nostra città. BELLA, MA SBAGLIATA La
moderna passerella sul Canal Grande é bella, ma come si
rapporta con il luogo? Di norma, quando si inserisce un nuovo manufatto in un
contesto antico, è bene che abbia forme moderne, belle di per sè, per
significare che non entra in competizione con l’esistente, e anche perchè é
giusto che ogni epoca abbia le sue forme architettoniche. Un’altra possibile
soluzione consiste nel dare al nuovo elemento forme simili a quelle eistenti nel
contesto antico (mimesi), ma in tal caso si rischia di ottenere uno spiacevole
effetto di falso.
Nelle due foto: il canale com'era e come sarebbe se vi fosse stato aggiunto un ponte simile agli esistenti. (foto Neva Gasparo) La passerella. UNA PIAZZETTA MISTERIOSA All'incrocio
fra le vie dell'Istria e Valmaura, all'angolo dell'ex stadio di calcio, un'area
triangolare é stata lastricata, ma da qualche anno non é ancora finita.
Infatti vi é stato costruito uno strano podio in cemento armato non a vista,
ora transennato, che non si sa che funzione abbia e quando sarà completato.
L'area é stata lastricata, ma non si capisce perché nella parte bassa, meno
acclive, è stata gradonata, mentre la parte più acclive , con una pendenza di
circa il 15%, non ha gradini. La piazzetta: a sinistra il podio non finito con un abete natalizio. A destra si vede lungo il muro la pendenza maggiore della parte non gradonata. L'assessore
ai lavori pubblici Andrea Dapretto ha inviato la seguente risposta: Dal che si deduce che la brutta piattaforma in cemento rimasta al grezzo dovrebbe diventare una biglietteria? (n.d.r) 22.2.2013 MA DA DOVE VIENE CHI DIRIGE LA PROTEZIONE CIVILE? E
l'amministrazione comunale di S. Dorligo, che gestisce la riserva naturale della
val Rosandra con un apposito ufficio, dov'era quel giorno? LA STORIA CONTINUA, MA COME FINIRA'? Sul
Piccolo abbiamo letto che, dopo aver ritirato il criticatissimo progetto per la
sistemazione di piazza Libertà, il Comune ora vara un altro progetto che non ci
è dato di conoscere, ma che secondo le parole del Sindaco dovrebbe essere
migliore. Ma c’è il problema di fare presto, per non perdere i fondi statali. Il progetto Zagari UN CASO SINGOLARE DI APPROPRIAZIONE DI UN MARCIAPIEDE A Trieste, in via Barbariga, un marciapiede è occupato per la maggior parte da una scala che porta a un'agenzia immobiliare. Lo strettissimo passaggio che rimane per i pedoni è ancor più ristretto da un'incomprensibile catena, messa proprio lì. Gli abitanti del rione che passano di lì non protestano? A vedere dalle condizioni del muro, la scala deve essere lì da decenni.
IL COMUNE VUOLE DISFARSI DI VILLA COSULICH, MA PER FARE COSA?
Avevamo segnalato ancora nel 2008 la
necessità di restaurare villa Cosulich
(vedi: Villa
Cosulich sta diventando un pericoloso rudere),
e avevamo proposto che il Comune, se non sa che farsene, la venda a un
provato con l'obbligo di restaurarla. Ma nel nuovo piano regolatore adottato (e
ora, si è letto, ritirato) l'area di villa Cosulich con il suo giardino, salvo
una piccola parte è destinata a "zona turistica ricettiva marina!!!" senza
indice di cubatura e con un indice di copertura del 50%!!! PIAZZA CON PALME E PARCHEGGIO DI OLIVO
(segnalazione inviata al Piccolo da
Triestebella) Piazza S. Antonio Nuovo è uno
dei più suggestivi spazi di Trieste, per l’unità architettonica degli edifici e
la bella forma della chiesa neoclassica. Non le rende giustizia la sistemazione
stile Selad, il benemerito ente che fece lavorare tanti disoccupati nel
dopoguerra, con una modesta fontana, delle altrettanto modeste aiuole e un
brutto lastricato malamente rabberciato con toppe in cemento (vedi in fondo a
questa colonna: UN SELCIATO MALANDATO). Il progetto vincitore del concorso delle
Rive prevedeva di riportarvi l’acqua, allungando il canale, come era un tempo e
come sarebbe bello. Ma l’unico intervento del Comune è stato un recente
rifacimento delle aiuole. Il che sarebbe meglio di niente, ma che ci
azzeccano delle palme e palmette su una pacciamatura in sassolini bianchi
come fosse una piazza siciliana? Non sarebbe stato meglio collocare piante
autoctone o almeno con un aspetto più mitteleuropeo?
13 SEMAFORI 13 Alla curva dell'Obelisco sono stati messi ben 13 semafori: Non sarebbe stato più logico realizzare una rotatoria? Certo, c'è il problema del tram, ma pensiamo che collocare nelle intersezioni della rotatoria dei semafori da attivare solo al passaggio del tram sarebbe stato più economico con tutto vantaggio della scorrevolezza dell'incrocio.
CHE PECCATO! Avevamo scritto della triste situazione in cui si trova la graziosa chiesetta dei santi Sebastiano e S. Rocco (clicca qui) Ora il Comune ha deciso: non solo trasformerà in uffici il piccolo museo orientale trasferendo "una parte" delle sue collezioni a S. Giusto (e il resto? In cantina?). ma anche la chiesetta e annessa canonica seicentesca sembra che faranno la stessa fine. ORA SAPPIAMO A COSA SERVE Avevamo scritto di una MAGICA PROTEZIONE di cui è dotata la Camera di commercio di Trieste (clicca qui per l'articolo e le foto), Ora finalmente sappiamo da cosa tale edificio è protetto: dalle infiltrazioni di umidità. Il Piccolo del 14 maggio riporta che Margherita Hack e altri fisici e astrofisici sono stati prosciolti in un processo loro intentato per diffamazione avendo paragonato quel magico "ordegno" ai raggiri di Vanna Marchi. Dall'articolo veniamo a sapere che esso è stato collocato al modico prezzo di 70.000 € "per difendere da umidità e muffe un palazzo costruito anticamente su palafitte come quelli di Venezia" (anch'essi dotati di tale protezione?). Ma come funziona l'apparecchio? Veniamo a sapere che l'inventore, tale Mario Zandegiacomo, nella vita docente di statistica, ha dichiarato "Mi guardo bene dallo spiegare in giro il principio segreto .... Quel che è scritto sulla targa richiede una cultura molto complessa per essere compreso..." Tanto è vero che neanche Margherita Hack né altri esimi fisici ci hanno capito qualcosa e hanno pensato che fosse una cosa alla Vanna Marchi. Forse ci vuole uno statistico per risolvere l'arcano? Dal Piccolo del 15 maggio si apprende che la Corte dei Conti ha aperto un'indagine disponendo l'acquisizione di tutta la documentazione amministrativa. Chi sa che i magistrati della Corte dei Conti abbiano una cultura abbastanza complessa per capire di cosa si tratta. Quanto alla singolare terminologia riportata sulla targa, sempre dal Piccolo si apprende che secondo il Vicesegretario vicario della Camera di commercio "il testo della targa è una traduzione riuscita male da una frase in lingua tedesca..." Dal che si deduce che l'inventore del congegno, il triestino dott. Mario Zandegiacomo, usa esprimersi in tedesco. UN SELCIATO MALANDATO In piazza S. Antonio Nuovo, fra il bell'edificio neoclassico della chiesa e il canale che sono, assieme a piazza Unità, i luoghi -cartoliga di Trieste, il selciato bruttino è stato malamente riparato con getti di cemento che , grazie ad alcune scanalature che fanno finta di essere delle fughe, vorrebbero rappresentare la pietra che non c'è più. magari rende di più elettoralmente lastricare in pietra una strada prima veicolare, ma sarebbe più giusto prima di tutto tenere in uno stato decoroso i luoghi più belli della città.
Una
visitatrice del nostro sito ci ha scritto: "
ho apprezzato i vs.
servizi sul rifacimento obbrobrioso di molte piazze di Trieste,
ma ne avete dimenticata una: piazza Perugino. Io abito in zona e vi
assicuro evito di passarci perché per me è qualcosa di insopportabile:
non è più una piazza, è un qualcosa di indescrivibile, quel catafalco (non
saprei altrimenti come definirlo)che copre quella che un tempo era una
bella piazza piena di verde, un luogo di incontro delle persone del rione.
"
UN ALTRO RUDERE Nel parco di Villa Revoltella il rudere della "Casa del cappellano" fa brutta mostra di sé. Ma, signor sindaco, non sarebbe meglio eliminare tali sconcezze restaurando degli edifici di valore storico prima di fare altri costose rifacimenti di piazze e strade lastricate in pietra del centro? Certo, le piazze rinnovate del centro si vedono di più e sono più produttive in termini di voti, ma è come voler dare una costosa pelliccia a chi ha le scarpe rotte: prima le scarpe, e poi ben venga la pelliccia. Anche perché più un edificio antico va in rovina, più sarà difficile e costoso restaurarlo.
Foto inviata da Bruno Biasatto FEROCI POTATORI Ad ogni stagione silvana, da ottobre a marzo, squadre di feroci potatori(clicca qui per il seguito del testo e le foto) UNA MAGICA PROTEZIONE Nell’atrio del palazzo della Camera di Commercio, sulla parete sinistra guardando l’uscita, si nota una singolare targa con cornice lignea in cui è scritto: (clicca qui per il seguito del testo e le foto) VILLA COSULICH STA DIVENTANDO UN PERICOLOSO RUDERE In strada del Friuli al n. 36 il giardino della villa Cosulich è stato adattato a parco pubblico. La villa, invece, sta diventando un rudere (già dei solai sono crollati e il tetto è probabilmente in cattive condizioni, mentre i muri sono ancora in buono stato). (clicca qui per il seguito del testo e le foto) TALIANI DE TRIESTE A Trieste si dice talian (clicca qui per il seguito del testo e le foto) VIVA LE ROTATORIE Anche a Trieste si cominciano timidamente a costruire rotatorie al posto di incroci semaforizzati. Le rotatorie sono spesso molto utili per rendere più fluido il traffico agli incroci e nel resto d’Italia sono molto diffuse. Sarebbe bene che il Comune prendesse più coraggio e ne costruisse, ad esempio, in piazza Foraggi, al’incrocio fra via Flavia e via Valmaura nei pressi dello Stadio, all’incrocio davanti al bar Flavia in modo da ridurre le file causate dai semafori.
Finalmente una rotatoria anche a Trieste, nonostante le proteste dei commercianti che temevano la riduzione di qualche parcheggio. La rotatoria, a S. Giacomo, funziona benissimo. PARCHEGGI INTERRATI E CASOTTI I parcheggi interrati sono una bella cosa, anche perché non si vedono e non occupano volumi in superficie, ma, se non sono progettati con un occhio anche all'aspetto estetico, producono danni nel paesaggio urbano. É il caso del parcheggio davanti a Tribunale, severo e dignitoso edificio che ha trasformato la piazza in uno spazio caotico con tre brutti casotti. Si sarebbe potuto curare di più quel luogo e dotare il parcheggio di accessi pedonali con rampe inclinate (ne sarebbe bastato uno) percorribili anche dalle sedie a rotelle. Un altro caso è quello di piazza S. Giacomo, sistemata in modo discreto, ma con un ingombrante casotto che l'uso del vetro non rende invisibile. In questo caso sarebbe bastato usare per gli handicappati l'entrata dalla via al piano sottostante sostituendo i 3 gradini dell'entrata con una rampetta.
Nella prima foto, il brutto casotto di entrata al parcheggio ricorda vagamente una postazione di artiglieria antiaerea che dei vasi di piante cercano vanamente di mascherare.
Una soluzione molto più bella in piazza Vittorio Veneto: una rampa di scale munita di montascale.
Nella prima foto l'ingombrante casotto in piazza S. Giacomo. Nella seconda l'accesso pedonale sotto la piazza che poteva essere reso agibile anche agli handicappati. Nella terza, l'accesso veicolare che avrebbe potuto essere ampliato realizzando anche un accesso pedonale senza barriere architettoniche.
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LE COSE BELLE LAMPIONI MODERNI Nella città di Nosepòl é stata fatta una piccola simpatica cosa: attorno al Museo Revoltella d’arte moderna sono stati messi dei lampioni, ovviamente, moderni. Abbiamo letto sul Piccolo che i nosepolesi protestano, perché avrebbero preferito dei lampioni finti antichi come quelli che nell’adiacente piazza Venezia scimmiottano degli ottocenteschi ferai. Negli anni 2000 non ci vestiamo più come nell’ottocento, ed é giusto che anche le città si vestano con arredi moderni. Piuttosto non capiamo il senso degli ineleganti bulloni che appaiono avvitati a metà sui pali dei lampioni: devono forse sostenere qualcosa? Meglio sarebbe stato usare viti a spessore dello stesso colore dei pali. BEH, GIA' MEGLIO, MA NON BASTA Dai e dai, Triestebella, assieme a Italia Nostra, Legambiente e Trafioriepiante é riuscita a convincere il Comune di Trieste a non capitozzare più gli alberi dei viali e a non tagliare più a raso le teste di salice degli alberi capitozzati. (vedi più sotto in questa colonna: COSì SI POTANO GLI ALBERI e nella colonna sinistra, più in basso FEROCI POTATORI). In via Cumano hanno potato recentemente dei platani già capitozzati lasciando per ogni testa di salice (non proprio tutte) un rametto tirasucchi. Non é la tecnica del taglio di ritorno, certamente più costosa, ma almeno si spera che queste piante producano meno getti e in compenso producano un po' di foglie all'inizio della stagione vegetativa, come Natura comanda. Staremo a vedere, Ma temiamo che i rametti lasciati siano troppo pochi. 18.2.2013 Infatti sono rispuntati i getti come prima, per cui pochi rametti lasciati sono stati inutili. Bisognava invece selezionarte i getti esistenti lasciando i migliori. 15.1.2014 COME DEVE ESSERE UN ATTRAVERSAMENTO PEDONALE In
via Fabio Severo, vicino all'incrocio con via Monte S. Gabriele, è
stato realizzato questo attraversamento pedonale con un'isola salvagente fra
le due corsie veicolari. Non c'é semaforo, e non occorre, perché comunque
sulle strisce i pedoni hanno la precedenza e non vi é garanzia che, se il
semaforo ci fosse, nessuno passerebbe con il rosso. Il risultato é
positivo: i pedoni attraversano con più sicurezza e i veicoli non devono
stare fermi con il rosso anche quando nessuno attraversa. 30.12.2012, l'assessore Marchigiani risponde: Gentile
architetto, colgo l'occasione per farle i miei più cari auguri! COSì SI POTANO GLI ALBERI Un
albero sano non necessita di potature. Tuttavia a volte è necessario fare
delle potature di rimonda per togliere i remi secchi e malati o che danno
fastidio o per ridurre la chioma quando gli alberi sono stati piantati
troppo vicini o per dare loro un portamento più naturale quando sono stati
potati male.
Il platano e il cipresso come si presentano dopo la potatura: si noti che il platano, nonostante sia stato sottoposto a una potatura pesante per ridargli una forma naturale mantiene ancora molti rami secondari che produrranno prontamente le foglie in primavera. A destra due miseri platani su una strada comunale orrendamente capitozzati fotografati nello stesso giorno in cui è stata presa la foto a sinistra. UN ALTRO PASSO CONTRO LE PIANTE INFESTANTI A seguito delle nostre richieste e per l'interessamento del consigliere regionale Corazza La Regione ha stanziato nel bilancio 2010 20.000 euro per prime azioni di lotta alle piante infestanti. Ora il disegno di legge da noi proposto nell'ottobre 2009 è finalmente divenuto legge come articolo n. 64, comma 29 della legge regionale n. 17/2010 che inserisce nella legge forestale n. 9/2007 gli articoli 70 bis, 78 ter e 78 quater. L'ERSA e l'Ispettorato delle foreste di Trieste stanno conducendo delle sperimentazioni di lotta all'ailanto che sta stravolgendo il paesaggio carsico. Si tratta di una goccia nel mare, ma almeno è un inizio. E il Senecio inaequidens? E l'Ambrosia artemisiifolia?
Il prof. Livio Poldini e tecnici dell'Ispettorato foreste e dell'Ersa in una particella ove l'ailanto è stato disseccato con l'irrorazione di glifosate.
Esperimento di taglio di piante giovani di ailanto mediante decespugliatore. A questo taglio seguiranno tagli successivi ravvicinati sulle stesse piante appena avranno prodotto altri rami, per farle morire esaurendo la loro vitalità. Le parti tagliate vengono poi portate in un'area priva di vegetazione per essere bruciate. BELLO, MA NON DA NOI A Lubiana, nel centro storico, si trovano questi bei cassonetti interrati. A Trieste ce ne sono, ma con un aspetto più tetro, sorta di bacoli neri, in piazza Goldoni e in piazza della Borsa.
LA PISTA CICLOPEDONALE TRIESTE – DRAGA S. ELIA
La
recente conclusione dei lavori sulla pista ciclo-pedonale Trieste-Draga S.
Elia nel tratto adiacente a Via Campanelle è un evento positivo degno di
nota. Tutto è bene quel che finisce bene e dopo molti anni abbiamo finalmente la grande pista cicopedonale. Speriamo che ora venga mantenuta e non ridiventi un immondezzaio. Quando, negli anni '90 la Provincia decise di realizzare il primo lotto in val Rosandra (costo, se ben ricordo, 8 miliardi di lire) gli ambientalisti protestarono perché non volevano che i cicilisti corressero in val Rosandra disturbando i visitatori intenti ad ammirare il luogo. E non si può dire che avessero torto. Verso la fine degli anni '80 l'Ispettorato delle foreste aveva già sistemato il tratto dell'ex ferrovia in val Rosandra a strada antincendio e pedonale con una spesa di soli 8 milioni di lire (ottomilioni) compresi dei movimenti di terra per costruire un piccolo tratto al posto di un ponte precedentemente demolito. Magari sarebbe stato bello che il tratto che attraversa la val Rosandra fosse stato riservato ai soli gitanti a piedi. RB
A Muggia saranno collocate 856 lampade a led per l'illuminazione cittadina con un risparmio di energia elettrica pari al 50%. Se la resa sarà quella prevista il Comune sostituirà anche le altre lampade, in tutto 2.600. le lampade a led sono dotate di una centralina che regola il flusso luminoso con un ulteriore risparmio e in ogni lampada possono rompersi fino a 20 led (che notoriamente hanno lunga durata) senza una sensibile diminuzione dell'illuminazione. le lampade a led poi sono molto direzionali e proietteranno la luce verso il basso senza dispersione e conseguente inquinamento luminoso. Sior sindaco, e a Trieste gnente? FINALMENTE FUNZIONANO? Nella colonna delle cose brutte (vedere in fondo alla colonna: IN CORSICA LO FANNO ...) avevamo scritto dei cassonetti interrati in piazza Goldoni che parevano inutilizzati. Ora sembra che funzionino e che il Comune intenda collocarne altri in piazza della Borsa. Finalmente siamo arrivati quanto a decoro urbano a livello della Corsica. Magari sarebbe bello che avessero forme più gentili e vivaci di quelle di piazza Goldoni (ma per carità, signor sindaco, che non siano "in stile" come piace a Lei). ADELANTE, MA CON JUICIO Piano piano anche a Trieste si vedono spuntare le benefiche rotatorie. Dopo quella graziosa di S. Giacomo (vedi foto in VIVA LE ROTATORIE nella colonna LE COSE BRUTTE, una provvisoria è stata messa all'incrocio fra le vie Valmaura e Ratto della Pileria. Su, signor Sindaco, prenda coraggio e ne faccia costruire molte di più.
La rotatoria provvisoria in via Valmaura. Speriamo che venga presto sostituita da una graziosa rotatoria definitiva come quella in via dell'Istria. BELLO, MA... Via di Cavana è stata pavimentata in pietra e pedonalizzata, così si ha una passeggiata quasi continua fra piazza della Borsa, piazza Unità, piazza Cavana e piazza Hortis. Una cosa molto bella, ma:
La strada pedonalizzata. a destra, il simulacro di fanale del lampione con i quattro pilastrini che, invece di fare da cornice ai vetri, come nei fanali di una volta, sostengono un fanale evidentemente elettrico. L'EMEROTECA COMUNALE Nella tranquilla piazza Hortis uno spazio confortevole in cui leggere gratuitamente giornali e riviste italiani ed esteri.
UNA CHICCA IN SACCHETTA L'ex stazione di servizio progettata dall'arch. Rogers è una delle poche opere di valore nel deserto dell'architettura contemporanea triestina. L'averla restaurata è opera meritevole ed è meritevole averla trasformata in un piccolo centro di cultura con uno spazio per mostre. Chi si trova da quelle parti e ha bisogno di un caffè, lo vada a prendere nel bar di questo gioiellino dando così la sua solidarietà umana e, perché no, anche economica all'iniziativa.
BELLA? Se piazza Venezia fosse stata sistemata secondo il progetto vincitore del concorso delle Rive del 2002 sarebbe certo più moderna, ma si sa che a Trieste l'architettura moderna no se pol. La sistemazione appena inaugurata è molto tradizionale, ma fa la sua dignitosa figura, con l'imponente statua di Massimiliano circondata da aiuole con gli alberi precedenti, ahimè, capitozzati. Ci sono anche dei cubi di forme moderne a far da panchine antibarboni. Simpatica la pacciamatura delle aiuole laterali in granulato di due diverse grossezze, in attesa, si presume, che nella bella stagione vi siano collocate piante fiorite.
Una bella notizia sul Piccolo del 13 dicembre: i vigili rimuovono110 roulotte stanziali. Da anni il Carso è invaso da roulotte utilizzate come seconde case, villette dei poveri che facevano finta di essere parcheggiate. Qualche decennio fa un pretore di Firenze condannò un proprietario di una roulotte usata come casetta impropria, ma da allora la battaglia contro queste baraccopoli con ruote languiva. Finalmente i vigili di Trieste, forti di un articolo del DPR 380 del 2001 7 anni fa) si stanno dando da fare. E la forestale, che dovrebbe sorvegliare i boschi carsici, cosa fa? UN GRAZIOSO COMPLESSO SCULTOREO. Nel 1997, in occasione del raduno dei Bersaglieri, fu posto sulla riva davanti a piazza Unità questo complesso scultoreo. Ma non passò molto tempo, e il solito cittadino nosepòl scrisse alle segnalazioni del Piccolo chiedendo come mai tali statue non erano state rimosse dopo la manifestazione. Gli rispose il pittore Chersicla esprimendo il parere che tale opera fosse bella e degna di restare, e non si può che dargli ragione. La scultura non solo è di buona fattura ed è discreta, nel senso che non disturba minimamente il paesaggio della piazza, ma è anche molto simpatica, mostrando a sinistra un bersagliere che arriva di corsa e a destra un gruppo di due mule di Trieste in atteggiamento sereno e disinvolto. Il monumento incuriosisce i turisti, molti dei quali vi si fanno fotografare davanti.
Italo Svevo, James Joice, Umberto Saba sono stati celebrati con delle simpatiche statue che li mostrano come se ancora camminassero per Trieste. Molti passanti si fermano, le guardano, leggono le targhe, magari qualcuno dà loro una carezza. Ciò che non succede per le statue tradizionali su piedestalli. L’idea non è nuova: da molti anni una statua raffigurante il poeta Fernando Pessoa seduto a un tavolino si trova davanti al caffè A Brasileira a Lisbona. Ma è un’ottima idea e sarebbe bello che statue di altre persone che hanno portato lustro a Trieste popolassero le nostre vie.
COLONNINE ESPLICATIVE
Colonnine in acciaio cor-ten di
semplice e bella forma cominciano ad apparire in città portando dei piccoli
cartelli con la spiegazione in italiano e inglese di cosa c’era una volta in
quei posti. Le loro dimensioni discrete non danno alcun fastidio. Peccato
che le piantine che riportano siano poco leggibili: sarebbe stato meglio
farle un po’ più grandi e con qualche colore.
Sono apparsi in centro degli eleganti stalli per biciclette in acciaio inossidabile. Oltre che belli, sono anche molto graditi, come si vede dalla foto, tanto che altre bici sono parcheggiate sugli alberi vicini. Ma, signor Sindaco, come mai ha concesso che venissero collocati degli arredi urbani così moderni invece di quelli (vedasi lampioni sulle Rive) finti antichi, magari con qualche foglia di acanto?
SPAZIO A DISPOSIZIONE PER ALTRE COSE BELLE purtroppo sono pochine |
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